Albero genealogico dei vini italiani

Scoperte le parentele di 1.232 varietà di vitigni italiani. Il capostipite n°1? La Visparola. “Sangiovese”, migrato verosimilmente dal Sud al Centro Italia lungo il versante occidentale.

Albero genealogico dei vini italiani. Il capostipite n° 1? La Visparola

 


La collaborazione tra 8 istituzioni scientifiche, ha consentito di svolgere un’estesa indagine genetica sul germoplasma viticolo, dando vita all’“Atlante delle parentele dei vitigni italiani”: sono state scoperte le parentele di 1.232 varietà di vitigni italiani.

Firmato da consorzio CREA , in collaborazione con le Università di Pisa,  Modena e Reggio Emilia, Foggia, Palermo, Tuscia e Torino insieme all’Istituto di Protezione Sostenibile del CNR è stato pubblicato sulla rivista scientifica Frontiers in Plant Science.

Lo studio costituisce la più estesa indagine genetica mai realizzata su oltre 615 campioni  di vite  provenienti da  collezioni italiane e internazionali evolute nell’arco di più di due millenni. Albero genealogico dei vini italiani

«Il risultato più interessante dello studio è la grande quantità di parentele individuate» ci spiega Claudio D’Onofrio, professore ordinario presso il Dipartimento di Scienze agro-ambientali dell’Università di Pisa e primo autore dello studio. «Delle oltre 30.000 varietà di viti coltivate nel mondo, si stima che le varietà effettive non siano più di 3.000, delle quali oltre la metà presenti in Italia. Siamo riusciti a risalire alla parentela di 1.232 varietà uniche».  Albero genealogico dei vini italiani

Come per le famiglie, anche tra i vitigni ci sono parentele insospettabili.  Albero genealogico dei vini italiani

«Le sorprese principali sono state tre» continua l’esperto «La prima è stata individuare uno dei genitori del più importante vitigno d’Italia, il “Sangiovese”, documentato per la prima volta in Toscana nel 1590 e che, oggi, si estende per 54.000 ha: vale a dire lo “Strinto porcino”, un vitigno del sud Italia attualmente poco diffuso».

La seconda rivelazione inattesa è stata la scoperta che, nonostante la ricchezza di biodiversità italiana che può vantare 2300 vitigni stimati sul territorio nazionale, i capostipiti da cui risalgono i nostri bicchieri di vino rosso, bianco o rosé «sono appena una decina: cioè il “Sangiovese”, “Mantonico bianco”, “Aglianico”, “Visparola”, “Garganega”, “Bombino bianco”, “Termarina (Sciaccarello)”, “Orsolina”, “Uva Tosca” e “Moscato bianco”.  Albero genealogico dei vini italiani

La ricostruzione dei pedigree ha evidenziato in particolare la centralità nell’origine del germoplasma italiano della “Visparola”, un vitigno per il quale si può ipotizzare una migrazione dal Sud verso il Nord Italia lungo il versante orientale, così come del “Sangiovese”, migrato verosimilmente dal Sud al Centro Italia lungo il versante occidentale.

Il mondo viti-vinicolo italiano ha ora a disposizione un importante strumento genetico dalle numerose ricadute applicative: è utile per la propagazione e scelta dei vitigni, che sono ora dotati di un passaporto molecolare che li individua in modo univoco, risolvendo omonimie e sinonimie ed assicurando un controllo varietale certo; mette a disposizione del miglioramento genetico dettagliate informazioni genotipiche e serve ai produttori per valorizzare e difendere i vini tradizionali, che sono l’eccellenza del territorio con un impatto significativo a livello locale. Infatti, aggiungere al terroir il fascino della storia, costituisce un importante volano di sviluppo e un ulteriore elemento di riconoscibilità e caratterizzazione del prodotto.  Albero genealogico dei vini italiani



Direzione

Frecce blu: direzione parentela diretta 

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Frecce rosse: parentela ancora dubbia

Scritte in maiuscolo rosso (es. SANGIOVESE): i capostipite

In giallo: “genitori” stranieri 

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In violetto: area geografica (es. IT-NW = Italia nordoccidentale )

In marrone: genitori del grappolo di varietà di Moscato 

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Albero genealogico dei vini italiani. Il capostipite n° 1? La Visparola





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