Vitigno autoctono: il significato
Scopriamo insieme il significato del termine "vitigno autoctono".
La parola Autoctono deriva dal latino “autochton” e significa “della stessa terra”, ovvero originario della stessa terra in cui vive.
Nel mondo del vino troviamo spesso la frase il vitigno autoctono, che in teoria dovrebbe considerarsi come coltivato nella terra nativa. In realtà la questione è più complessa: è molto difficile e quasi impossibile, verificare la sussistenza di tale condizione, anche se recentemente il consorzio CREA , in collaborazione con le Università di Pisa, Modena e Reggio Emilia, Foggia, Palermo, Tuscia e Torino insieme all’Istituto di Protezione Sostenibile del CNR è stato ricostruito un albero genealogico dei vini italiani.
A causa di queste difficoltà alcuni studiosi preferiscono parlare di “vitigno antico” piuttosto che vitigno autoctono.
Un vitigno potrà essere considerato autoctono quando la sua presenza sarà considerata “antica” sul territorio, storicamente accertata nel tempo, anche sulla base di testimonianze scritte o orali.
Sostanzialmente è possibile affermare che un vitigno autoctono possiede uno stretto legame con il territorio nel quale è stato impiantato.
La nostra Penisola, grazie al clima favorevole, nonché alla grande superficie costiera, vanta ben 350 varietà di vitigni autoctoni.
Cerchiamo di suddividerli per regioni:
Vitigni autoctoni abruzzesi
Sono cinque i vitigni autoctoni per la Doc d’Abruzzo: Cococciola, Malvasia, Monsonico, Passerina, Pecorino, Montepulciano.
Vitigni autoctoni della Basilicata
L’unico vitigno autoctono della regione è la Malvasia di Basilicata, a bacca sia bianca che scura. Il vitigno principe però è l’aglianico, grande uva a bacca rossa dell’Italia Meridionale, non propriamente autoctona ma che può quasi essere considerata tale, visti gli importanti risultati che raggiunge in questo territorio.
Vitigni autoctoni calabresi
I vitigni autoctoni della Calabria sono molti ed interessanti: oltre al gaglioppo, ci sono i rossi magliocco, nerello calabrese, greco nero e i bianchi mantonico, guarnaccia e pecorello. Rari, ma da non lasciarseli sfuggire il greco di Bianco e mantonico, così come il Moscato al Governo di Saracena.
Vitigni autoctoni campani
L’enologia di terre campane si caratterizza attualmente per l’enorme ricchezza varietale delle viti coltivate sul territorio: si possono infatti elencare come autoctoni oltre 100 vitigni della Campania, sia a bacca bianca che a bacca nera o grigia, numero che non ha pari in nessuna altra area viticola al mondo. Volendo fare una classifica, nominiamo solo quelle principali, molto diffuse, come Greco, Falanghina, Fiano, Coda Di Volpe, Piedirosso. Il re dei vitigni campani potrebbe considerarsi il vitigno Aglianico.
Vitigni autoctoni dell’Emilia Romagna
L'Emilia-Romagna è una regione molto semplice e omogenea; qui troviamo i seguenti vitigni autoctoni: Trebbiano Romagnolo, Sangiovese, Lambrusco Salamino, Ancellotta, Lambrusco Grasparossa, Barbera, Croatina, Pignoletto, Lambrusco di Sorbara, Albana, Lambrusco Marani.
Vitigni autoctoni della Friuli Venezia Giulia
Il Friuli Venezia Giulia grazie alla sua posizione geografica, è la regione italiana con il maggior numero di vitigni autoctoni. I più conosciuti sono: Ribolla Gialla, Friulano (ex Tocai Friulano), Malvasia Istriana, Vitovska, Refosco e Schioppettino.
Vitigni autoctoni laziali
Nel territorio laziale vengono coltivati oltre 60 vitigni, ma per la produzione di vini di qualità, viene sfruttato soprattutto il potenziale dei vitigni autoctoni. La produzione regionale, sia per numero che per estensione dei vigneti, è caratterizzata dai vini bianchi per un buon 80%. I vitigni principali a bacca bianca sono: Aleatico, Bellone, Bianco Dritto, Malvasia del Lazio, Moscato di Terracina, Ottonese, Passerina, Trebbiano giallo, Cesanese, Nero buono, Cannaiola.
Vitigni autoctoni ligure
Nella regione di Liguria troviamo alcuni vitigni autoctoni molti interessanti: Pollera Nera, Albarola, Bosco, Bianchetta Genovese, Scimiscià, Lumassina, Pigato, Rossese di Dolceacqua.
Vitigni autoctoni lombardi
Tra i vitigni autoctoni principali troviamo: Croatina, Erbamat, Groppello di Mocasina, Groppello di Santo Stefano, Groppello Gentile, Invernenga, Lambrusco Viadanese, Malvasia bianca di Candia, Moscato di Scanzo, Nebbiolo, Pignola, Pinot nero, Rossola nera, Trebbiano di Soave, uva rara, Verdea.
Vitigni autoctoni marchigiani
I vitigni autoctoni marchigiani sono di gran qualità, dal punto di vista quantitativo i vitigni più presenti nelle sono Sangiovese e Montepulciano. Quello che rappresenta un fiore all’occhiello per la regione è forse il Verdicchio, uno dei più apprezzati vitigni autoctoni bianchi italiani. Tra gli altri vitigni bianchi autoctoni delle Marche vanno citati anche il Pecorino, la Passerina, il Biancame, o il Maceratino, mentre vantano una comunque lunga tradizione altre varietà come Malvasia bianca di Candia, Trebbiano toscano e Malvasia bianca lunga. Tra i vitigni autoctoni a bacca nera, vanno ricordati l’Aleatico, la Lacrima e la Vernaccia nera; questi ultimi due, in particolare, si differenziano per accentuate peculiarità e danno origine rispettivamente al Lacrima di Morro d’Alba e alla Vernaccia Nera di Serrapetrona.
Vitigni autoctoni molisani
Le caratteristiche del territorio si rivelano interessanti per la coltivazione di vitigni autoctoni a bacca rossa, tra i quali va menzionato sicuramente l’autoctono Tintilia, forse il miglior vitigno del Molise, che è alla base del vino Tintilia del Molise DOC. Tra gli altri vitigni si notano poi quelli provenienti dalle coltivazioni tipiche delle regioni confinanti, come il Sangiovese, il Montepulciano, l’Aglianico e il Ciliegiolo. Tra le uve a bacca bianca, invece, vanno citate il Trebbiano Toscano, la Malvasia Bianca Lunga e il Bombino bianco.
Vitigni autoctoni piemontesi
In Piemonte ci sono più di 20 vitigni autoctoni. I vitigni principali sono: Arneis, Barbera Bianca (uva rara), Cortese, Erbaluce, Favorita (furmentin), Malvasia, Malvasia di Schierano, Moscato Bianco, Timorasso, Barbera, Bracchetto, Croatina (bonarda), Dolcetto, Freisa, Grignolino, Malvasia di Casorzo, Nebbiolo, Neretta cuneese, Neretto di Barlo, Nero Buono, Pelaverga, Quagliano, Ruchè, Vespolina.
Vitigni autoctoni pugliesi
La Puglia si conferma, anno dopo anno, tra le regioni protagoniste dello scenario vitivinicolo italiano con una quota considerevole della produzione di vino italiano. I vitigni principali sono: Primitivo, Negroamaro, Nero di Troia, Bombino Bianco, Malvasia Bianca, Verdeca, Fiano, Bianco d’Alessano, Moscato Bianco e Pampanuto.
Vitigni autoctoni sardi
In Sardegna i vitigni autoctoni sono addirittura 150, 21 quelli iscritti nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite. Tra questi troviamo: Cannonau, Carignano, Bovale, Monica, Cagnulari, Vermentino, Vernaccia, Nasco, Nuragus, Moscato.
Vitigni autoctoni siciliani
I vitigni autoctoni siciliani a livello regionale sono: Catarratto, Frappato, Grecanico, Grillo, Inzolia o Ansonica, Nerello mascalese, Nero d’Avola. Di interesse locale sono noti Albanello, Alicante o Grénache, Carricante, Corinto, Damaschino, Malvasia di Lipari, Minnella bianca, Moscato bianco, Moscato d’Alessandria o Zibibbo, Nerello cappuccio, Nocera, Perricone.
Vitigni autoctoni toscani
La Toscana ha diversi vitigni autoctoni di notevole interesse, come Foglia Tonda, Canaiolo, Pollera, Durella Gentile, Vermentino Nero, Pugnitello, Colorino, Malvasia Nera, Vernaccia di San Giminiano. Tra i principali di maggiore coltivazione, naturalmente, è il Sangiovese.
Vitigni autoctni di Trentino-Alto Adige
Fra i molti vitigni coltivati nel territorio i due vitigni “autoctoni” dell’Alto Adige sono quelli che meglio incarnano le peculiarità di questa terra. Radicati da secoli nel territorio, Schiava, Lagrein e Gewurtztraminer (traminer aromatico) che hanno imparato ad esprimere le caratteristiche più intrinseche del terroir altoatesino potendo vantare un’identità davvero inconfondibile. Vanno ricordati anche Nosiola, Teroldego, Marzemino, Groppello di Revò, Rebo.
Vitigni autoctoni umbri
In regione Umbria, i vitigni principali sono Sangiovese e Sagrantino. Altri vitigni a bacca rossa sono Montepulciano, Canaiolo e Ciliegiolo. Tra i vitigni a bacca bianca ricordiamo l’autoctono Grechetto, Trebbiano Toscano, Malvasia Bianca Lunga, Verdicchio e Canaiolo Bianco.
Vitigni autoctoni valdostani
In Valle d’Aosta sono presenti in maggioranza vitigni autoctoni, fra i quali si ricordano tra quelli a bacca bianca Prié Blanc e Malvoisie, e a bacca scura Picoutener (variante locale del nebbiolo), Prëmetta, Petit Rouge (da cui si ottengono Enfer d’Arvier e Torrette) e il Fumin, caratteristico vitigno dai tipici sentori fumé (come suggerisce il nome).
Vitigni autoctoni veneti
A bacca rossa sono da ricordare i vitigni autoctoni dei grandi rossi della Valpolicella: Corvina, Corvinone, Rondinella e Molinara, a bacca bianca Glera, il vitigno con cui si produce il Prosecco, Garganega, Trebbiano di Soave.